Cambiano gli oggetti del desiderio, non la passione e nemmeno la logica: parola di chi il collezionismo di auto d'epoca lo conosce molto bene


Una passione che comincia da giovanissimi, solitamente, e che va avanti tutta la vita. Perch&eacute; il fascino delle auto d&#39;epoca &egrave; inesauribile e, anzi, aumenta col passare del tempo: possederne anche solo una non &egrave; solo uno status, &egrave; una vera e propria conquista. Perch&eacute; c&#39;&egrave; chi l&#39;auto dei sogni l&#39;ha individuata da bambino e, dopo anni, l&#39;ha adottata nella sua scuderia. &Egrave; la storia di Gippo Salvetti, presidente di quel <a href="https://www.lofficielitalia.com/hommes/alfa-ville">club meraviglioso </a>che &egrave; Alfa Blue Team (e che, se ve lo state chiedendo, non accetta nuovi soci): a lui abbiamo chiesto cosa vuol dire, oggi, essere un collezionista di auto d&#39;epoca e ci&ograve; che ci ha raccontato non ha nulla di scontato. 
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Com&#39;&egrave; cominciata la sua storia d&#39;amore con le auto d&#39;epoca?&nbsp;

Ero ancora sui banchi di scuola, in terza media, quando mi innamorai dell&#39;Alfa Romeo Giulia SS blu. Me la studiavo in ogni dettaglio, dal motore alla carrozzeria e continuavo a ripetermi: &quot;quando avr&ograve; la patente guider&ograve; quest&#39;automobile&quot;. Cos&igrave; dopo anni di attesa finalmente la trovai, impresa non facile vista la sua rarit&agrave;. Avevo diciotto anni ed era l&#39;anno della mia maturit&agrave; e, ovviamente, desideravo dannatamente quell&#39;auto. Cos&igrave; chiesi a mio padre di darmi una mano nell&#39;acquistarla dandomi la met&agrave;, con la promessa che avrei superato gli esami: il mio compleanno era a febbraio, a giugno la maturit&agrave;. Riuscii a convincerlo e, cos&igrave;, ebbi tra le mani la mia prima auto. E, dopo qualche mese, anche il diploma. 
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alfa blue team.jpg

I tempi, da allora, sono cambiati molto. Cosa significa, oggi, essere un collezionista di auto d&#39;epoca?&nbsp;

Penso che la caratteristica costante, ieri come oggi, sia il creare una collezione e non una raccolta. I due approcci, infatti, sono estramamente differenti. Fare una raccolta significa raggruppare una serie di auto che piacciono, ma senza alcun nesso: possono essere di case automobilistiche diverse, di epoche diverse, di tipologia differente. Dar vita a una collezione, invece, vuol dire avere un&#39;uniformit&agrave; di pensiero e, a mio avviso, &egrave; di livello superiore: nel mio caso sono le Alfa Romeo. Da quando ho cominciato io collezionare auto non &egrave; molto diverso, ma &egrave; vero anche che sono cambiate loro, le macchine. Generalmente un collezionista va a cercare quelle auto che gli piacevano fin da bambino e per cui nutre un ricordo particolare, com&#39;&egrave; stato per me con la Giulia SS. I giovani di oggi, in questo senso, sono svantaggiati: le auto che venivano prodotte quando erano bambini erano gi&agrave; piuttosto omologate, affatto uniche come quelle del passato.&nbsp;

Perch&eacute; proprio le Alfa Romeo sono le protagoniste della sua collezione?

Perch&eacute; chiunque conosca la storia dell&#39;automobile sa che quella di Alfa Romeo &egrave; unica. &Egrave; il marchio, ancora in attivit&agrave;, che ha la storia pi&ugrave; importante di tutti e ha segnato la meccanica motoristica come nessun altro &egrave; stato in grado. Si pensi che non ha prodotto solo auto ma anche camion, trattori agricoli, motori d&#39;aereo e Diesel per le ferrovie. Nemmeno la Ferrari pu&ograve; essere paragonabile, visto che ha 50 anni in meno di storia e ha prodotto unicamente automobili. L&#39;unica che potrebbe essere simile, per quanto riguarda il percorso, &egrave; la Mercedes. Ma c&#39;&egrave; un tratto distintivo che rende l&#39;Alfa Romeo unica nel suo genere: quell&#39;appeal inconfondibile che solo lo stile italiano &egrave; in grado di dare. &nbsp;

Cosa vuol dire, oggi, essere un collezionista di auto d'epoca?

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