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Dior Men, la primavera estate 2023 è un viaggio romantico che lega Granville a Lewes

La ricchezza e la bellezza di una sfilata sono il frutto di un immaginario particolare, accoppiato a un senso raffinato della couture. La collezione primavera estate 2023, immaginata da Kim Jones per l'uomo di Dior, ne è la prova. In un viaggio che evoca la maison d'infanzia di monsieur Christian Dior, e il Sussex, dove il designer inglese di Dior Men ha passato parte della sua giovinezza.

La collezione Dior Men by Kim Jones primavera estate 2023 (Brett Lloyd)
La collezione Dior Men by Kim Jones primavera estate 2023 (Brett Lloyd)

Il 24 giugno 2022 a Parigi si è concretizzato sotto i nostri occhi uno spettacolo splendido, fatto di silhouette luminose in una alleanza di motivi floreali e colori pastello, tagli sensuali e poesia bucolica. Kim Jones, il direttore creativo di Dior Men, evocava così Granville, caro al cuore di Christian Dior, e il Sussex, dove il creatore inglese ha passato parte della sua infanzia. Più precisamente a Lewes, dove ha vissuto l'artista Duncan Grant, il cui lavoro post espressionista - definizione forse riduttiva rispetto alla sua diversità espressiva - merita di essere riscoperto. Attorno a lui si riunivano vari talenti, la pittrice Vanessa Bell e sua sorella Virginia Woolf, il pittore e critico d'arte Roger Fry, amici, amanti e spiriti brillanti come l'economista John Maynard Keynes, uno dei grandi amori di Grant, che formavano il gruppo di Bloomsbury, incontrandosi a Charleston House e a Monk's House, la casa di Virginia Woolf a qualche chilometro di distanza.

La collezione Dior Men by Kim Jones primavera estate 2023 (Brett Lloyd)

Sapevamo che Kim Jones era appassionato della Beat Generation: un défilé a Londra nel dicembre 2021 ha evidenziato la ricca eredità lasciata da Kerouac, Ginsberg, Corso, che infondeva alla collezione autunno inverno 2022 la propria libertà creativa. E si era scoperta anche la sua collezione di libri rari e di edizioni originali dell'epoca. Allora il designer aveva parlato con lo stesso entusiasmo anche delle opere di Virginia Woolf.

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La casa di Charleston e il suo giardino. Quando vi si installarono nel 1916, Vanessa Bell e Duncan Grant cominciarono a dipingere. Nei decenni successivi il luogo divenne un punto di incontro per gli intellettuali del "Gruppo di Bloomsbury" - © The Charleston Trust (Lewis Ronald, James Bellorini)

La collezione primavera estate 2023 riflette una straordinaria padronanza tecnica del taglio, declinando con eleganza materie come l'organza di seta e tessuti tecnici, un savoir faire eccezionale, in particolare con ricami straordinari e tricot che incontrano uno streetwear estremamente raffinato, e palette cromatiche declinate in dolcezza. Nel 1913 Duncan Grant aveva immaginato un bellissimo paravento, detto Lily Pond, il cui motivo ornerà 110 anni più tardi alcuni capi di questo défilé straordinario. Alla fine di quest'anno si terrà a Lewes, al Charleston Trust, un'esposizione consacrata al gruppo Bloomsbury con il sostegno della Maison Dior.

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La casa di Charleston, punto di incontro per gli intellettuali del "Gruppo di Bloomsbury" - © The Charleston Trust (Lewis Ronald, James Bellorini)

Anche nel recente défilé autunno inverno 2023-24, Kim Jones ha reso omaggio a un artista, T.S. Eliot, rileggendo il sublime The Waste Land, La terra desolata. Se c'è un fil rouge che tiene insieme queste sfilate è sicuramente un elogio della libertà creativa, dell'espressione autentica di sé. Kim Jones sembra offrire una eco contemporanea a una celebre frase di Virginia Woolf, tratta dal romanzo, Gita il faro, "Voi, io e lei passiamo e spariamo, nulla dura, tutto cambia, ma non le parole e non la pittura". Né la moda come la immagina Dior Men.

La collezione Dior Men by Kim Jones primavera estate 2023 (Brett Lloyd)

Bryan Ferry e il Bloomsbury Group

Amico della maison Dior Men, che lo ha vestito durante la recente tournée dei Roxy Music, il cantante inglese Bryan Ferry è anche un grande ammiratore del Bloomsbury Group.

L'OFFICIEL ITALIA: Quando hai scoperto il Bloomsbury Group, durante i tuoi studi all'istituto di Belle arti di Newcastle?

BRYAN FERRY: L'artista Mark Lancaster era mio amico e vi aveva studiato negli anni '60, era stato suo insegnante l'artista pop Richard Hamilton. Mark si è trasferito anni dopo a NY dove ha lavorato con Andy Warhol, Jasper Johns e Merce Cunningham. Entrambi aspiravamo a far parte di questo mondo artistico. Negli anni '70 ho fatto visita a Mark a NY, in occasione di una tournée, e mi ha mostrato il ritratto di Vanessa Bell che faceva parte della sua collezione e che mi ha particolarmente colpito. Avevo comprato una casa in Inghilterra e cercavo dei quadri da appendere ma non volevo niente di troppo contemporaneo perché la casa era antica, così il primo quadro che no comprato cra una natura morta di Duncant Grant, che ha dato il tono al resto della collezione composta principalmente da opere realizzate dagli artisti di Bloomsbury, ma anche da quelle di loro contemporanei che lavoravano a Londra come Walter Sickert, Augustus John, Christopher Nevinson, Wyndham Lewis e William Orpen. Da studente avevo letto degli articoli su di loro, ma prima di iniziare a creare la mia collezione non mi avevano mai interessato particolarmente.

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La casa di Charleston, punto di incontro per gli intellettuali del "Gruppo di Bloomsbury" - © The Charleston Trust (Lewis Ronald, James Bellorini)

LO: Quali sono le caratteristiche di questo collettivo che consideri essenziali e in quale misura hanno influenzato il tuo percorso creativo?
BF: Il gruppo Bloomsbury incarnava una forza intellettuale con cui bisognava fare i conti e al tempo stesso le loro opere si mischiavano alla vita quotidiana, col tempo sono divenute anche parte della trama della mia vita.

La collezione Dior Men by Kim Jones primavera estate 2023 (Brett Lloyd)

LO: Come descriveresti il tuo rapporto con la maison Dior e in particolare con il suo direttore creativo, Kim Jones?
BF: Ammiro da molto tempo la maison Dior per le sue creazioni artistiche, e l'incredibile talento di Kim Jones. Proprio come il Gruppo Bloomsbury lui ha un'etica del lavoro molto forte e come loro trae la sua ispirazione da molteplici fonti. Immagino che Kim, come me, senta attraverso le loro opere una meravigliosa sensazione di serenità. È interessante che siamo entrambi sensibili a un'arte creata un secolo fa, che sembra così lontana dai mondi della moda e della musica che avanzano a un ritmo sfrenato. Gli artisti hanno la tendenza a nutrirsi di contrasti.

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La casa di Charleston, punto di incontro per gli intellettuali del "Gruppo di Bloomsbury" - © The Charleston Trust (Lewis Ronald, James Bellorini)

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