Incontro fra l’iconica attrice e cantante Mari Natsuki, 66 anni, e la modella (e figlia d’arte) Lala Takahashi, 16 anni. Un clash generazionale che racconta un Giappone in evoluzione a cominciare dalla parola femminismo. Qui insieme in esclusiva anche per celebrare il 20º anniversario di Sacai, brand fondato e disegnato da Chitose Abe

Cosa fa incontrare una consolidata figura di spicco della scena artistica nipponica - ma non solo - e una giovanissima promessa del mondo della moda? Tanto per cominciare, la carismatica Mari Natsuki e l&rsquo;eterea Lala Takahashi non sono coetanee. Una buona dose di sensibilit&agrave; artistica non manca a nessuna delle due e non sono attive nello stesso campo. Le accomuna la tenacia nel perseguire i propri obiettivi e la forza d&rsquo;animo nell&rsquo;affrontare le sfide. Ma prima di ogni altra cosa, Mari e Lala sono lo specchio di un paese in rapido cambiamento (non solo dal punto di vista della tecnologia, ma sotto l&rsquo;aspetto dei costumi, della societ&agrave;, e del ruolo della donna all&rsquo;interno di questa). Le abbiamo viste nell&rsquo;ottobre del 2017 durante la settimana della moda di Tokyo alla sfilata congiunta di Undercover e Sacai, quando era difficile non notarle sedute vicine in prima fila. Le abbiamo fatte reincontrare in questo servizio proprio perch&eacute; rappresentano l&rsquo;immagine del Giappone contemporaneo. In queste foto celebrano anche il ventesimo anniversario di Sacai, brand fondato e disegnato da Chitose Abe, dove indossano gli abiti dell&rsquo;ultima collezione autunno-inverno 2019.

Per Mari Natsuki: abito di lana lavorata a maglia, Sacai

Per Lala Takahashi: abito con tunica a coste e soprabito di chiffon, scarpe di vernice, calze lavorate, tutto Sacai

Non si deve appartenere allo showbiz per immaginarne i meccanismi machiavellici, e nemmeno conoscere bene Mari Natsuki - attiva da ben 45 anni nel mondo della musica e del teatro - per capire che ci troviamo davanti a una lady di ferro. In un paese ancorato alle tradizioni com&rsquo;era il Giappone degli anni 80 e 90 porsi apertamente come una donna al di fuori degli schemi precostituiti dalla societ&agrave; era un compito arduo; porsi apertamente, poi, come una donna al di fuori degli schemi su un palcoscenico, una vera e propria impresa titanica. Prendiamo ad esempio &ldquo;Impressionism&rdquo;, la serie di spettacoli teatrali che Mari concep&igrave; e mise in scena nel 1993. &laquo;Uscivo da un periodo difficile, volevo fare qualcosa di diverso: volevo mostrare il mio vero io, senza tanti compromessi o filtri&raquo;, rivela Mari Natsuki. &laquo;Allora non venne capito: mi chiesero se avessi perso la testa. Qualunque forma di teatro altra rispetto al tradizionale giapponese o ai prodotti della cultura occidentale erano del tutto alieni al pubblico&raquo;. Nonostante lo scoraggiamento iniziale, decise di partire per l&rsquo;Europa. L&igrave; l&rsquo;accoglienza che le venne riservata fu diversa. &laquo;Immagina la soddisfazione di sentire un pubblico come quello del festival d&rsquo;Avignone, o di quello di Edimburgo, acclamarti&raquo;, racconta, con gli occhi lucidi. &laquo;Quest&rsquo;anno ci siamo esibiti a Parigi, portando sul palcoscenico dell&rsquo;Auditorium del Louvre &ldquo;Impressionism Neo&rdquo;. Erano passati 17 anni dall&rsquo;ultima volta che avevo calcato la scene francesi, ma l&rsquo;accoglienza &egrave; stata, ancora una volta, entusiasta&raquo;. E anche nel suo paese le cose sono cambiate. A distanza di pi&ugrave; di vent&rsquo;anni non pu&ograve; fare a meno di considerare che qualcosa si evolva. &laquo;Inizio a ricevere complimenti, il mio lavoro viene apprezzato, e l&rsquo;interesse &egrave; cresciuto. Questo &egrave; un segnale che oggi la mia terra &egrave; un luogo che ha finalmente iniziato a fare propri concetti quali flessibilit&agrave; e diversit&agrave;. Va da s&eacute; che per me lavorare adesso &egrave; molto pi&ugrave; semplice di prima&raquo;.&nbsp;

Per Mari Natsuki: top di cotone e cupro Sacai. Per Lala Takahashi: abito di cotone, pantaloni di seta e abito di lana con inserti di chiffon, tutto Sacai

&nbsp;E per le donne? &laquo;Storicamente, le donne che hanno avuto il coraggio di farsi valere, mettendosi alla pari dell&rsquo;uomo, sono sempre state osteggiate. Gli uomini giapponesi volevano, e in parte ancora vogliono, una donna kawaii, cio&egrave; in cerca di protezione. &laquo;Noto per&ograve; con piacere che parole come &ldquo;femminismo&rdquo; e &ldquo;femminista&rdquo; sono finalmente entrate a far parte del nostro vocabolario. In passato, nel Giappone patriarcale, &ldquo;femminista&rdquo; era un termine utilizzato per indicare l&rsquo;uomo che rispettava la donna. Io invece sono sempre stata una sostenitrice del valore dell&rsquo;uguaglianza. Se la intendiamo con questa accezione, allora s&igrave;, mi ritengo tale&raquo;. E se agli esordi Mari Natsuki non era figlia dei suoi tempi, non si pu&ograve; dire lo stesso della magnetica Lala Takahashi. Figlia del celebrato Jun Takahashi - fondatore e designer di Undercover - Lala, tra una sfilata a Parigi e un servizio fotografico a Tokyo, frequenta il secondo anno del liceo. &laquo;Crescere in un ambiente in cui tutti mangiano pane e creativit&agrave; mi ha spronato a sviluppare la mia&raquo;, rivela. &laquo;A un occhio estraneo potrebbe sembrare che sia cresciuta in un ambiente fuori dall&rsquo;ordinario. Ma per me &egrave; stata la norma, la quotidianit&agrave;&raquo;.

Per Lala Takahashi: top di velluto, maglia con zip, gonna di lana a pannelli, calze a righe verdi e rosa, stivali di pelle con zip (a destra), stivali scamosciati (a sinistra), tutto Sacai

Per Mari Natsuki: abito di cotone e lana con dettagli di chiffon bordeaux, sandali animalier, Sacai

Abituata a bazzicare backstage e sfilate sin dalla pi&ugrave; tenera et&agrave;, accompagnando pap&agrave; Jun durante le trasferte europee, Lala sembra avere le idee chiare sul suo futuro. &laquo;Mia madre era una modella, mio padre &egrave; un designer di moda e a me, attualmente, piace sfilare. Mi vedo all&rsquo;interno del contesto moda. Ma non c&rsquo;&egrave; solo questo&raquo; ammette. &laquo;Ci fu un momento della mia infanzia durante il quale persi qualunque interesse per la moda; coincise con un rigetto anche per il lavoro di pap&agrave;. La mia attenzione fu catalizzata dall&rsquo;arte - tutt&rsquo;ora una delle mie grandi passioni; in particolare, mi appassiona il mondo del trucco cinematografico. Penso che l&rsquo;estetica spesso grottesca ed allucinata delle collezioni di pap&agrave; abbia contribuito, in un qualche modo, a questa passione&raquo;. Poi aggiunge. &laquo;Mi piacerebbe frequentare una scuola di make-up specializzata negli Stati Uniti&raquo;. Dice di non avere uno stile preciso: &laquo;Non ho uno look ben definito, sono molto spontanea; Shibuya &egrave; il mio posto preferito per gli acquisti. La scelta certamente non manca ma non mi &egrave; possibile - in qualit&agrave; di adolescente - indossare in Giappone, a Tokyo, ogni pezzo che acquisto. In Europa e in America le adolescenti mi sembrano pi&ugrave; libere di esprimere il proprio stile. Certi capi li indosso solo l&agrave;. Se volessi mostrare qualche centimetro in pi&ugrave; da una parte e dall&rsquo;altra, per esempio, mi sentirei fuori luogo. Immagino possa essere solo una forma di insicurezza, ma sono sicura che ce ne sono tanti altri, l&agrave; fuori, che la pensano come me. Da questo punto di vista, c&rsquo;&egrave; ancora tanta strada da fare qui, soprattutto per le donne&raquo;. Conclude dicendo che il mondo della moda la interessa nella sua completezza. Ma il make up rimane il suo primo amore: confessa di essere rimasta colpita dalla sfilata di Moschino AI 2018-19. &laquo;Modelle dipinte di blu e verde da capo a piedi? Moda e trucco spaziale, che combo&raquo;.

Foto&nbsp; Dee Lee 
Styling Summer Bomi Kim

Hair stylist Taku (Cutters)@eight piece. Make up artist Yusue Saeki@eight piece using Guerlain. Casting e production bdot. Location Yui Maki@NNNI 
&nbsp;Si ringrazia Apartment Hotel Shinjuku per la location

La lady di ferro e la golden girl

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