Ha cominciato a suonare all’età di tre anni. Oggi, trentenne, è
soprannominata la Beyoncé del pianoforte: con la sua presenza
scenica è riuscita ad avvicinare il mito del pop alla musica classica.


«In principio era una composizione popolare.Era alla portata di tutti. È colpa dei promoter e dei musicisti se ora è percepita in questo modo così distante, così esclusivo», racconta

Ma se la musica per voi &egrave; pi&ugrave; un&rsquo;avventura, una tavolozza di colori, allora lei &egrave; la persona da seguire. Ha suonato, tra le tante orchestre, all&rsquo;Orchestre de Paris sotto la conduzione di Paavo J&auml;rvi, alla Los Angeles Philharmonic, alla Vienna Philharmonic Orchestra, all&rsquo;Orchestre National de France sotto la conduzione di Daniele Gatti e alla Philharmonia Orchestra di Londra. Tutte le volte che i riflettori si accendono afferma la sua personalit&agrave; complessa adagiando le sue mani sulle armonie di un pianoforte. Malgrado le critiche riguardo al suo modo acceso di suonare, non c&rsquo;&egrave; alcun dubbio sul talento di Khatia. Quando mette la sua mente a contatto con il piano ha la capacit&agrave; di produrre momenti di intuizione e sensibilit&agrave; raffinata. I critici sottolineano che il suo modo di suonare ha un&rsquo;enfasi aurea di eleganza, quasi di solitudine melanconica: &laquo;Beh io questo non lo prendo come un commento negativo&raquo;. Suona ovunque ci sia&nbsp;un piano e una realt&agrave; da colorare. Ci mette un amore energizzante. Come quando le pop star salgono sul palco e ballano con coreografie e luci studiate, all&rsquo;interno di teatri e stadi pieni di fan emozionati. Khatia trasmette la stessa energia. Ma da seduta. E con soltanto ottantotto tasti. &laquo;La vita di tutti i giorni &egrave; la mia pi&ugrave; grande ispirazione. Adoro immaginare, sognare e leggere. Leggo tantissimo&raquo;. Di origini georgiane, vive a Parigi e parla cinque lingue. Vederla suonare, &egrave; un&rsquo;esplosione di energia. &laquo;Do sempre tutta me stessa quando suono, non mi risparmio mai. Eseguo sempre come se fosse la mia ultima volta&raquo;, ammette. Non si sente in imbarazzo di fronte a un pubblico che le punta gli occhi addosso.

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La forza musicale che sprigiona &egrave; tale da rendere ogni attenzione meno importante. Sotto le sue mani, i tasti del pianoforte assumono un accento folle, tumultuoso. &laquo;Devo essere psicologicamente forte e dimenticare la sala se voglio condividere con il pubblico&raquo;, ammette. Quando suona esprime un&rsquo;elegante solitudine e avvicina il pubblico in ascolto, che non si sente di essere, in questo modo, un attributo negativo all&rsquo;interno della sala. &laquo;Il pianoforte &egrave; lo strumento pi&ugrave; nero&raquo;. Un pianista deve essere abituato alla solitudine. Drammaturgica.Ed &egrave; cos&igrave; che si riesce a intravedere la musica, a dargli una forma. E i ritmi si mescolano. Come le ombre che incrociano la realt&agrave;. Del resto non sai mai di che colore saranno le nuvole oggi. &laquo;Dipende molto da come mi sento in quel momento. &Egrave; la combinazione di te e di quello che ti circonda&raquo;, spiega. Il suo pi&ugrave; grande sogno &egrave; suonare per pi&ugrave; persone possibili e portare i suoi colori pi&ugrave; lontano possibile. Ha ricevuto molti premi tra cui il premio &ldquo;Borletti-Buitoni Trust 2010&rdquo; ed &egrave; stata nominata tra gli artisti emergenti pi&ugrave; importanti dalla BBC. Nel 2016, ha vinto il premio &ldquo;Echo Klassik&rdquo; per il suo nuovo album &ldquo;Kaleidoscope&ldquo;. Un disco affascinante, seducente e misterioso che colora fino ai confini dell&rsquo;immaginazione. &laquo;Musicalmente, non ho limiti: barocco, folk, classica, moderna; la scelta del repertorio riflette i miei stati d&rsquo;animo che esprimono i momenti importanti della mia vita&raquo;. Ora continua a viaggiare ed esibirsi tra i festival pi&ugrave; prestigiosi del mondo e dal 14 al 17 dicembre sar&agrave; a Los Angeles al Walt Disney Concert Hall diretta dal compositore indiano Zubin Mehta. &laquo;Per me la musica &egrave; come una tavolozza di colori, pu&ograve; dipingere le emozioni e mutare gli attimi&raquo;. Ora provate ad ascoltare una sua performance live. Aprite le tende, guardate le nuvole, di che colore sono?

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Abito cocktail e orecchini, Kenzo, pantaloni di lana, Faith Connexion. Nella pagina accanto. Chiodo di pelle e dolcevita color carne, Faith Connexion. In apertura. Completo di lana, Yohji Yamamoto, gilet di lana, V&eacute;ronique Leroy, body di pizzo, Faith Connexion, scarpe vintage. Assistente stylist Kenny Germe

Khatia Buniatishvili

L’OFFICIEL ITALIA - FALL ISSUE - N° 64 - JESSICA CHASTAIN 

Khatia Buniatishvili

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