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MM6 Maison Margiela PE17

Durante la London Fashion Week, la follia creativa è divampata indomabilmente alla presentazione della collezione primavera-estate 2017, firmata MM6 Maison Margiela.
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Durante la London Fashion Week, la follia creativa è divampata indomabilmente alla presentazione della collezione primavera-estate 2017, firmata MM6 Maison Margiela.

Christie's si è trasformata in un'esplosiva mostra artistica e concettuale, avvolgendo le creazioni MM6 con pareti formate da tele imballate, poste ad argine di cumuli di trucioli neri, che hanno svolto la funzione di piedistallo. Nulla è mai usuale con Maison Margiela, né tanto meno di immediata comprensione; piuttosto si tratta di dettagli numerosissimi, che con prepotenza si impongono rendendo le collezioni marcatamente poliedriche ed anticonformiste.

Per la prossima primavera-estate, MM6 ha dato il meglio di sé attraverso una sperimentazione sfacciata delle forme ed un incrocio concettuale di idee totalmente dicotomiche. Durante la presentazione inoltre, artisti e pittori hanno personalizzato cento borse in denim giapponese, con decori chiarificatori dell'ispirazione sulle tele del set: l'amicizia e l'unione.

Le stampe si fanno inquietanti protagoniste con (apparentemente) teneri gattini che giocano al chiaro di luna con oggetti ormai vecchi ed abbandonati, portando impresso sul pelo il marchio del brand e che diventano il decoro di T-shirt a maniche lunghe. Anche l'abbinamento è bizzarro: con jeans disdressed dal taglio originariamente over, reso però slim attraverso abbottonature "aggiunte", o con maxi gonne asimmetriche create da tessuti gessati da camicia. I capi vengono poi privati della loro funzione per via di uno stravolgimento del loro utilizzo. E' ciò che accade alle maglie (quelle con i gattini) adoperate come gonne, al chiodo che privato delle maniche è portato al contrario o le borse in rafia che diventano scenografici cappelli. Lo chemisier, dall'aria incompleta e con gli orli a vivo, viene decorato da dei pantaloni semplicemente appoggiati e fermati con una lunga cintura, concretizzando in modo insolito e creativo l'idea di amicizia, concept della collezione. Le istruzioni su "come cuocere una T-shirt al forno" diventano un top plastificato, abbinato ad una classica gonna jeans dallo stile hippie, quale primo richiamo alla moda 70s. D'improvviso una virata: fazzoletti in testa legati sotto il mento in stile Grace Kelly, post-moderna però, viste le felpe oversize ed unisex abbinate a maxi gonne e stringate maschili bianche. La camicia da uomo diventa estremamente ipertrofica su leggings stampa caramella, enfatizzata dalle Mary Jane glitterate, o fintamente bon ton con gonna o pantaloni in PVC, ovviamente trasparenti. Sempre romantici e femminili gli sleep-dress con dettagli in pizzo, rudemente ed ironicamente "mascolinizzati" da ampi track pants ed ankle boots country con incoerenti decori glitter, o le maglie rigate dall'allure marittimo, ridicolizzate da drammatici rigonfiamenti.

Per concludere, conformemente alla assurda mescolanza di stili, una doppia stampa camouflage, personalizzabile attraverso decalcomanie che accompagnano i capi, affiancata dal secondo richiamo 70s, i cuissardes dal tacco flat.

Come direbbe Luigi XV: "Après moi, le déluge!"

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