L&rsquo;attrice trentina lanciata da &ldquo;Vermiglio&rdquo; si racconta, dagli inizi in una compagnia di teatro-danza al debutto al cinema con un horror (non ancora uscito nelle sale) diretto da quello che sarebbe diventato il suo fidanzato.&nbsp;

Un film girato in sei settimane, opera seconda di un&rsquo;autrice sconosciuta ai pi&ugrave;, con nessuna major alle spalle. Eppure &ldquo;Vermiglio&rdquo; ha vinto il Gran Premio della Giuria a Venezia, ed &egrave; stato candidato come miglior film straniero ai Golden Globes. Se la vittoria a Venezia &egrave; stata &ldquo;la&rdquo; svolta per la regista Maura Delpero, lo &egrave; stata anche per Martina Scrinzi,&nbsp; l&rsquo;attrice (28 anni il 13 febbraio) che nel film interpreta Lucia, la ragazza che sposa il soldato disertore nascosto in paese.
L'OFFICIEL Italia: Ho letto che sei nata in montagna, che vivi con i tuoi genitori in una casa nei boschi. Quando hai cominciato a pensare di fare l&rsquo;attrice? Martina Scrinzi: Ho iniziato a 16 anni con il teatro d&rsquo;arte, &egrave; stata una passione che ho portato avanti fino all&rsquo;altro giorno e che sto comunque cercando di portare avanti anche adesso. Sono entrata in una compagnia di teatro-danza, la Open Space Clochart di Mori, dove mi sono formata, che mi ha dato nel frattempo anche l&rsquo;opportunit&agrave; di lavorare nei loro spettacoli. &Egrave; una compagnia molto piccola, non fa grandissime tourn&eacute;, per&ograve; qui in Trentino &egrave; molto conosciuta. LOI: Sei entrata a farne parte perch&eacute; recitare era una tua passione fin dall&rsquo;infanzia? MS: Da bambina giocavo spesso con i burattini, con le Barbie. Mi dicevano che parlavo con tutto, che parlavo con i pupazzi. Ho iniziato a fare teatro-danza perch&eacute; a scuola non andavo tanto bene e mi avevano consigliato di avere un hobby, con cui distrarmi e da coltivare. Per un p&ograve; ho suonato il pianoforte, poi l&rsquo;ho abbandonato. LOI: Magari non eri tanto brava a scuola, ma ho visto che oltre all&rsquo;italiano parli cinque lingue&hellip; MS: Imparare le lingue &egrave; sempre stata una cosa abbastanza facile per me. Ho una mente pi&ugrave; mnemonica che logica. E poi in famiglia siamo poliglotti, perch&eacute; la mamma &egrave; nata in Svizzera, quindi sono cresciuta parlando il dialetto svizzero, e una parte di famiglia &egrave; di origine spagnola, gallega, quindi da bambina parlavo un po&rsquo; spagnolo...&nbsp;

LOI: Quindi imparare il dialetto per &ldquo;Vermiglio&rdquo; &egrave; stato facile? MS: S&igrave;, tanto pi&ugrave; che per un film cos&igrave; serviva parlare il dialetto. A teatro ho recitato anche in tedesco, e per&nbsp; &ldquo;Lubo&rdquo; di Giorgio Diritti avevo imparato lo Jenisch. LOI: Ho visto &ldquo;Lubo&rdquo; quando era uscito. Che parte facevi? MS: Io non l&rsquo;ho visto finito, ma la mia era una parte piccolissima, il film durava tre ore e c&rsquo;erano un sacco di personaggi, io ero una delle ragazze della famiglia di Lubo, una delle tante ragazze, normale non riconoscermi. LOI: &ldquo;Lubo&rdquo; era stata la tua prima esperienza al cinema? MS: No, la mia primissima esperienza su un set cinematografico &egrave; stata in un film horror di Kia Khalili Pir, una produzione inglese girata a Verona in italiano. Il film non &egrave; ancora uscito, adesso sta cercando distribuzione. LOI: Scusa, in realt&agrave; l&rsquo;avevo letto, era &ldquo;Mostro intruso aspro&rdquo;. Mi dai il tuo punto di vista sul titolo? MS: Non bisogna cercare un significato in questo titolo, vuole trasmettere pi&ugrave; una sensazione, la sensazione scomoda che creano le parole, un po&rsquo; come facevano i Futuristi. In effetti nella storia c&rsquo;&egrave; qualcosa che non quadra, ma l&rsquo;idea era soprattutto di mettere il pubblico in uno stato di allerta.

LOI: Avevo anche letto che Kia &egrave; il tuo compagno, o lo &egrave; stato&hellip; MS: Kia &egrave; nato a Verona e poi si &egrave; trasferito con i suoi a Merano, e ha vissuto sei anni a Londra, dove ha iniziato la sua carriera cinematografica. Ci siamo incontrati sul set, dopo un paio di mesi ci siamo risentiti ed &egrave; nata la storia, che adesso ormai &egrave; collaudata, dura da tre anni, tre anni e mezzo. Lui &egrave; secondo me un regista per vocazione, non potrebbe fare altro nella vita, &egrave; molto bravo a lavorare con gli attori, e io mi sentivo molto, molto sicura in scena perch&eacute; anche se mi era difficile recitare una sequenza, sapevo che con lui potevo farcela. &Egrave; quel genere di regista che ti d&agrave; sicurezza, ci sono registi invece che ti lanciano nel vuoto e ti dicono &ldquo;tanto sei brava&rdquo;. Kia &egrave; capace di tenere un set anche quando sta crollando. Poi vabb&egrave;, lui scrive, produce, segue tutto il processo di un film perch&eacute; lavora ancora in ambito indipendente, quando il mondo sta crollando lui ha sempre la soluzione, non ha paura dei rischi, &egrave; un leader, &egrave; uno che porta avanti il gruppo, a fine set ti viene a chiedere come stai, se va tutto bene, se sei contenta del lavoro, &egrave; un regista con la R maiuscola. LOI: Com&rsquo;&egrave; stato invece lavorare con Diritti? E con la Delpero? MS: In &ldquo;Lubo&rdquo; avevo una parte cos&igrave; piccola, con veramente due battute se non ricordo male, che ricevevo le indicazioni di Diritti dall&rsquo;assistente alla regia. Ma ricordo quanto lui fosse in ascolto di Franz Rogowski (l&rsquo;attore protagonista, nda). Con Maura ho avuto un confronto anche pre set lungo e intenso, ci aveva dato la possibilit&agrave; di confrontarci e di avvicinarci al ruolo molti mesi prima di iniziare le riprese. Io avevo fatto i provini sia per Lucia che per Virginia (l&rsquo;amica &ldquo;ribelle&rdquo;, nda) e li ho portati fino all&rsquo;ultima selezione, alla fine mi hanno confermato per Lucia. LOI: Cosa c&rsquo;&egrave; di te in Lucia? MS: Tante cose, in qualche modo l&rsquo;ho presa proprio per mano fin da subito e non &egrave; stato difficile, non &egrave; uno di quei personaggi che non trovavo. Potrebbe essere stata la mia nonna, la mia bisnonna, si &egrave; formata dentro di me a partire dai racconti dei miei nonni. LOI: Cosa hai pensato quando hai visto il film la prima volta? MS: La primissima volta l&rsquo;ho visto da sola, al computer, era un link super protetto, giusto per non arrivare a Venezia e vederlo l&igrave; per la prima volta, anche perch&eacute; le interviste vengono fatte prima della proiezione. All&rsquo;inizio non me lo sono goduto perch&eacute; era tutto pixelato, e la prima cosa che ho pensato &egrave; stata:&nbsp; uno, devo migliorare, e due, com&rsquo;&egrave; diverso dalla sceneggiatura. Mi sembrava una storia familiare, che avevo sentito, avevo fatto, per&ograve; allo stesso tempo era qualcosa di lontano, a tratti sembrava un altro film. Poi invece quando l&rsquo;ho visto a Venezia mi ha colpito la presenza della natura, la fotografia e il suono della montagna, e come viene raccontata la storia.

Blazer senza maniche, gonna con paillettes e cintura in pelle, BRUNELLO CUCINELLI; sandali in vernice, JIMMY CHOO

LOI: Avevi visto &ldquo;Maternal&rdquo;, il primo film della Delpero? MS: S&igrave;, quando stavo facendo i provini. La maternit&agrave;, i sogni dei bambini, sono centrali in entrambi i film. A livello pi&ugrave; tecnico, li accomuna la camera ferma, i non troppi tagli, anche se in &ldquo;Vermiglio&rdquo; ce ne sono gi&agrave; di pi&ugrave;. LOI: Il successo del film ti ha proiettato sul red carpet, a Venezia e ai Golden Globes... Come hai vissuto la macchina del cinema in cui sei entrata?&nbsp; MS: Sono partita senza agenzia, senza ufficio stampa. Ero, sono spaesata, adesso che l&rsquo;ufficio stampa ce l&rsquo;ho lo subisso di domande stupide. A Venezia, ma molto di pi&ugrave; a Los Angeles, senti che l&rsquo;industria cinematografica &egrave; una macchina davvero enorme. LOI: Guardi molti film? MS: Ho iniziato da poco, da quando ho fatto il primo film con Kia cerco di guardarne uno al giorno, mi piace anche leggere sull&rsquo;argomento, adesso sto leggendo l&rsquo;autobiografia di Al Pacino.

LOI: Hai dei modelli tra gli attori? MS: Al Pacino &egrave; sempre stato un po&rsquo; il mio crush, non l&rsquo;ho mai visto a teatro ma dalle recensioni sembra bravissimo e ho adorato tutti i suoi film. Mi piace anche Dustin Hoffman, e della generazione precedente Paul Newman e Marlon Brando. LOI: E tra i registi? Con chi vorresti lavorare? MS: I&ntilde;&aacute;rritu, ho visto &ldquo;Babel&rdquo; tempo fa, e delle scene continuano a tornarmi in mente nei momenti pi&ugrave; strani, mentre faccio la doccia, mentre faccio colazione. Mi piacerebbe lavorare anche con registi della mia et&agrave;. LOI: Sei gi&agrave; coinvolta in nuovi progetti? MS: Mi hanno contattata in tanti per&ograve; non ho ancora nulla di definito. LOI: Da come parlavi di Al Pacino immagino che anche tu vorresti una carriera tra teatro e cinema... Cos&rsquo;hai fatto in teatro finora? MS: Ho preso parte a molte coreografie del collettivo, e ho fatto anche tanto teatro di burattini, mi piace stare dietro le quinte e parlare con le mani.&nbsp; LOI: Il rapporto con la moda &egrave; pi&ugrave; che mai importante oggi nel posizionamento di un&rsquo;attrice. Qual &egrave; il tuo? MS: Prima di arrivare a Venezia ero la persona pi&ugrave; lontana dal mondo della moda in assoluto. Mi piacciono abiti e accessori essenziali, anzi, a dire la verit&agrave; mi piacciono molto anche gli outfit stravaganti, per&ograve; alla fine scelgo sempre i pi&ugrave; semplici, i pi&ugrave; lineari, preferibilmente bianchi. O neri. &nbsp; &nbsp;

Giacca e bermuda textured e cappello di denim, LORO PIANA

HAIR: Andrea Missiti @ JULIAN WATSON AGENCY using DAVINES; MAKE UP: Claudia Malavasi @ W-MMANAGEMENT using NABLA COSMETICS; DIGITAL OPERATOR: Riccardo Capretta @ NUMERIQUE; LIGHT ASSISTANT: Arthur Vahia; STYLING ASSISTANT: Veronica Marchetti. SPECIAL THANKS: CASA BRIVIO MILANO.

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