Marina Rinaldi festeggia un anniversario importante. E spegnendo
le sue prime 40 candeline lancia un messaggio forte: la moda è per tutte.

&laquo;Non dimenticher&ograve; mai l&rsquo;emozione del giorno in cui mi dissero che un grande magazine di moda voleva fare un servizio con noi modelle curvy. Eravamo all&rsquo;inizio di questa ondata di body consciousness e ci sembrava un sogno. Invece, che delusione una volta sul set: ci guardavano male. Era chiaro che alla troupe era toccato di farlo, ma per loro restavamo quelle del conformato&raquo;. Aija &egrave; una delle tre ragazze scelte per raccontare un fashion anniversario molto particolare, i quarant&rsquo;anni di Marina Rinaldi, il marchio haut de gamme che il gruppo Max Mara ha da sempre dedicato all&rsquo;eleganza a prescindere dalla taglia.&nbsp;Quando nel 1980 viene presentata agli addetti ai lavori la prima collezione Marina Rinaldi, il mito del corpo scultoreo si sta facendo largo e la societ&agrave; esalta uno stile di vita dove la forma conta spesso pi&ugrave; della sostanza. Basti pensare che l&rsquo;anno successivo, con l&rsquo;arrivo dei capi nei negozi, tra le hit internazionali c&rsquo;&egrave; &ldquo;Physical&rdquo; di Olivia Newton John, in cima alle classifiche grazie anche a un video che oggi indignerebbe gli attivisti del body shaming, per come ridicolizza uomini in sovrappeso, trasformandoli poi in aitanti palestrati.

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&laquo;I concetti di inclusivit&agrave; e di accettazione di s&eacute; noi li portiamo avanti fin dal principio. Abbiamo combattuto giorno dopo giorno&nbsp; per promuovere una cultura svincolata da un immaginario collettivo intriso di preconcetti. Ripercorrendo idealmente la strada fatta fin qui, salta all&rsquo;occhio come Marina Rinaldi abbia avuto un ruolo di autentico game-changer&raquo;. A parlare &egrave; Lynne Webber, direttrice generale del marchio. Decreti ministeriali permettendo, provate ad andare a fare shopping in una delle boutique Marina Rinaldi in giro per il mondo e toccherete con mano cosa significa sentirsi sempre accolti e mai giudicati. E se i brand faticano a riformulare la propria offerta anche solo per questioni di modellistica, va detto che i creativi contemporanei stanno invece alimentando un confronto appassionato con il Marina Rinaldi world. Ha cominciato Tsumori Chisato, con la F/W 16-17, firmando la prima di una serie di capsule collection sviluppate su due stagioni. Poi &egrave; toccato a Stella Jean, Fausto Puglisi, Roksanda Ilinčić e ad Antonio Berardi, le cui proposte per la S/S 2021, che celebrano il quarantesimo anniversario, arrivano adesso negli store. Ciascuno di loro ha mescolato la propria visione all&rsquo;anima del brand e tutti hanno vissuto l&rsquo;incontro non come un progetto mordi e fuggi, sfruttandone appieno le possibilit&agrave; di arricchimento estetico. Ecco perch&eacute; quando si &egrave; trattato di scattare questo servizio &egrave; venuto spontaneo mescolare i capi frutto di quelle collaborazioni eccellenti con le ultime novit&agrave; di stagione.

VANESSA INDOSSA robe-manteau della capsule collection S/S 20-21 disegnata da Antonio Berardi per celebrare i 40 anni del marchio; AIJA INDOSSA robe-manteau della capsule S/S 21, disegnata da Antonio Berardi. EMMA INDOSSA caban della collezione MARINA RINALDI S/S 21

&Egrave; nello stare dalla parte delle donne la chiave del successo di Marina Rinaldi, l&rsquo;avere creato uno spazio fisico e mentale in cui si entra magari incerte e se ne esce fiduciose. Trovare un vestito di qualit&agrave;, costruito a regola d&rsquo;arte e in linea con i mood pi&ugrave; attuali significa molto per chiunque. Divertirsi a provarlo in un ambiente in cui nessuno cerca di trasformarti in quello che non sei, &egrave; una bomba di autostima per chi, troppo spesso in passato, si &egrave; finta invisibile pur di non sentirsi fuori luogo. Per quarant&rsquo;anni Marina Rinaldi &egrave; stata dalle parte di chi in tanti non volevano vestire, con capacit&agrave; tecniche e coerenza d&rsquo;intenti. Ha aiutato le clienti nella scoperta di s&eacute;, dimostrando che un corpo florido merita vestiti sofisticati tanto quanto una 38. Emma e Vanessa, le altre due protagoniste di questi scatti, rappresentano diverse tipologie di donna pi&ugrave; che di taglia. Il vero messaggio di Marina Rinaldi &egrave; amati per quello che sei, che ai vestiti (cool) da metterti addosso ci pensiamo noi. Rosemary McGrotha, Carr&eacute; Otis, Tatjana Patitz, Skin, Patricia Arquette, Beth Ditto, Rebel Wilson, Rossy de Palma, Macy Gray, Melissa McCarthy: chi come testimonial chi da semplice appassionata del brand, nel tempo hanno tutte indossato Marina Rinaldi, dimostrandone la grande versatilit&agrave;. Capitolo a parte merita poi Ashley Graham, modella, attivista, meravigliosa sex bomb che fa perdere la testa ai suoi 12 milioni di followers su Instagram e che ha pubblicato foto del suo corpo nudo e non ritoccato per nascondere smagliature o cellulite. Oltre a essere stata volto del marchio per alcune stagioni, ha anche ispirato delle mini linee firmandole con il suo nome.

EMMA INDOSSA abito della capsule collection F/W 16-17 disegnato da Tsumori Chisato per MARINA RINALDI; AIJA INDOSSA maxi cardigan e camicia della capsule collection F/W 17-18 disegnata da Stella Jean per MARINA RINALDI; VANESSA INDOSSA abito-kimono della capsule collection F/W 18-19 disegnata da Fausto Puglisi per MARINA RINALDI.

PHOTOGRAPHY Marco Russo 
STYLING: Irene Bennati 
MODELS:&nbsp;Vanessa @ casting firenze; Emma @ casting firenze; Aija @ beautyfull models; 
HAIR &amp; MAKE UP: Giulia Cresci 
PHOTO ASSISTANT: Lorenzo Sala; hanno collaborato: Sara Rotelli e Sonia Miahela.

EMMA INDOSSA completo casacca e gonna della capsule collection F/W 16-17 disegnata da Tsumori Chisato per MARINA RINALDI; AIJA INDOSSA cocktail dress della capsule collection S/S 21 disegnata da Antonio Berardi per celebrare i 40 anni del brand. 

Marina Rinaldi in "Real World"

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