Una breve storia della maison, i suoi direttori creativi per raccontare la Pucci-evoluzione alla vigilia del lancio della collab con Tomo Koizumi

Collezione Emilio Pucci by Christian Lacroix Autunno/Inverno 2005

Collezione Emilio Pucci by Matthew Williamson Primavera/Estate 2008 

Collezione Emilio Pucci by Peter Dundas Autunno/Inverno 2012

Collezione Emilio Pucci by Massimo Giorgetti Primavera/Estate 2017

Quella di Emilio Pucci&nbsp;&egrave; una storia che dal 1947 a oggi ha contribuito a rendere la moda italiana e il concetto di Made in Italy famosi in tutto il mondo. Le sue&nbsp;creazioni, dalle fantasie optical e dalle cromie brillanti, unite alla cura nella scelta di tessuti pregiati e un certo flair comfy,&nbsp;sdoganano in breve lo stilista anche all&rsquo;estero: &ldquo;The Prince of Prints&rdquo;, il principe delle stampe, &egrave; infatti il nome assegnatogli dalla stampa internazionale.&nbsp;Pucci incarnava lo stile delle dive del dopoguerra, il glamour del jet set che affascinava una nuova generazione di donne dai riferimenti estetici diversi, da&nbsp;Elizabeth Taylor a&nbsp;Jacqueline Kennedy Onassis fino alla diva delle dive, ovvero&nbsp;Marilyn Monroe, che fu sepolta proprio in uno dei suoi abiti.&nbsp;Dopo la scomparsa di Emilio nel 1992, la gestione del brand passa&nbsp;alla figlia Laudomia Pucci. Nel 2000 il brand viene acquisito da LVMH ed inizia un percorso stilistico in cui si avvicendano vari direttori creativi, che rivisitano e interpretano i codici della maison, in un legame tra passato e futuro sempre presente. Tra gli stilisti ricordiamo&nbsp;Stephan Janson che lo render&agrave; minimal, Julio Espada e Christian Lacroix che lavoreranno molto sul mix and match delle stampe Pucci e sulla struttura della silhouette.&nbsp;Fino a quando nel&nbsp;2006&nbsp;subentra&nbsp;il designer inglese Matthew Williamson che punter&agrave; molto sull&#39;evening wear, strada scelta anche da Peter Dundas che gli succeder&agrave; nel 2008.&nbsp;Nel 2015 viene nominato Massimo Giorgetti come direttore creativo che rester&agrave; fino al 2017&nbsp;dando il suo tocco pop e segnando un passaggio a una versione destinata a un pubblico pi&ugrave; giovane. Ognuno dei direttori ha esplorato il vasto lascito di idee ed ispirazioni: dal concetto di pigiama, il casual e il mondo dello sport (Emilio stesso era uno sportivo), il glamour delle stampe, i caftani e lo swimwear psychedelic-chic.&nbsp;Laudomia oggi si occupa dell&#39;immagine complessiva della&nbsp;maison, e ha scelto dalla stagione scorsa di far interpretare al savoire-faire techno-couture di&nbsp;Christelle Kocher di&nbsp;Koch&eacute;&nbsp;la&nbsp;collezione autunno inverno 2020-21,&nbsp;iniziando un percorso di guest designer&nbsp;stagionali. La Spring Summer 2021 il debutto della creativit&agrave; di Tomo Koizumi&nbsp;finalista e co-vincitore del &lsquo;Premio Lvmh 2020&#39;. Un self-made designer e artista del tulle. Con un passato da assistente stylist, Koizumi ha lanciato il suo marchio eponimo nel 2011. Il debutto sulle passerelle si &egrave; concretizzato a New York nel 2019 grazie al supporto di Katie Grand e di&nbsp;Marc Jacobs che l&#39;ha fatto sfilare nel suo store di New York.&nbsp;&quot;&Egrave; un sogno che diventa realt&agrave;.&rdquo;&nbsp;Ha spiegato&nbsp;Tomo Koizumi&nbsp;parlando della collanborazione con Pucci.&nbsp;&ldquo;Ho sempre desiderato poter lavorare con un brand che vanta una ricca eredit&agrave; come quella di Emilio Pucci. &Egrave; stato un immenso piacere lasciarsi ispirare dalla bellezza senza tempo delle creazioni del Marchese Emilio Pucci e dalla perfetta armonia dei colori unici del brand.&rdquo;&nbsp;La nuova capsule&nbsp;Tomo Koizumi x Pucci&nbsp;sar&agrave; presentata con un cortometraggio che verr&agrave; svelato domani&nbsp;26 Settembre in diretta live sui canali web e social di Pucci.

Emilio Pucci story: dai direttori creativi ai guest designer

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