Interviste

The Now Icon: Elodie

«Il mio vissuto è il bagaglio più importante che ho... E lo difendo». Regina della scena musicale con “This is Elodie”, la cantante si racconta. «Credo che la bellezza dovrebbe essere più spontanea, dovremmo essere tante e diverse»
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Se la musica è un modo per evadere la sua, in questa strana estate, ha portato un momento di necessaria leggerezza. Elodie, interprete romana, che ha incantato con la sua presenza il Lido in occasione della 77ma Mostra del Cinema di Venezia, continua ad essere la protagonista della scena musicale italiana. Il singolo “Guaranàˮ è disco d’oro con 16 milioni di stream e 19 milioni di views; quarto singolo consecutivo al primo posto nella classifica airplay Earone (dopo “Pensare Maleˮ, disco di platino, “Margaritaˮ (feat Marracash), doppio disco di platino e “Andromedaˮ, disco d’oro, presentato durante la 70ma edizione di Sanremo), tutti contenuti nel suo ultimo progetto discografico: “This is Elodieˮ. Ed è l’unica artista donna presente nella Top200 Italia di Spotyfy con tre brani: ai già citati “Margheritaˮ“Guaranàˮ si aggiunge infatti il featuring in “Cicloneˮ di Takagi e Ketra, anch’esso disco d’oro. La sua storia è ormai nota: nata da una coppia mista, mamma creaola della Guadalupa (parte dei territori d’Oltremare francese) e padre italiano musicista di strada, è cresciuta in una periferia degradata romana, prima di affrontare la scuola di “Amiciˮ e raggiungere il successo. Oggi vive a Milano, città dove è stato scattato questo servizio.

In queste pagine sembri ritratta in un luogo esotico, distante da quello dove siamo...
È vero siamo alla periferia di Milano, in un posto dove non ero mai stata, sembra quasi di essere in Africa.

Ci sono stati momenti della tua vita in cui hai trasformato la realtà nella quale ti trovavi in un posto immaginario?
Sai? Non ci avevo mai riflettuto, ma credo proprio di sì. Sono una persona molto pragmatica ma anche fantasiosa, legata alle immagini, mi piace portarmi in altri luoghi è un modo per rilassarsi. Anche se sono molto legata alla realtà. 

E per sfuggire da situazioni difficili (penso a quando eri più giovane)? 
No, il mio modo di sfuggirle è dimenticare, non so se è giusto, ma è così. 

Quanto è importante che i testi che interpreti siano vicini al tuo modo d’essere/a quello che senti?
Sono un’interprete, non ho questa esigenza (nel mentre si sentono alcuni rumori, l’attenzione di Elodie si sposta per alcuni secondi «Amore, se stai qui mi distrai!»). Il mio lavoro, (riprende a parlare, sorridendo) è questo. E poi sono molto empatica, posso anche raccontare quello che non è inerente alla mia vita e a quanto ho vissuto.

C’è una canzone che senti essere più “tua”?
Andromeda (testi Mahmood e Dardust, nda), scritta proprio per me, da un amico che mi conosce molto bene. Una canzone che parla di me.

Cosa vuol dire, invece, interpretare la moda? Ti piace, t’interessa, hai degli stilisti che segui?
Mi piace la moda, mi dà la possibilità di sentirmi bella e mi aiuta a caratterizzarmi. Ultimamente sto vestendo molto Versace, l’ho sognato fin da quando ero piccola, perché la sua è una donna strong, imperativa. Mi piace sentirmi forte, il vestito così diventa quasi un’armatura, mi sento come una amazzone...almeno in questo momento.

MIU MIU Body di maglia con ricami e zip centrale
PRADA Giacca di lana e cintura di pelle
BOTTEGA VENETA Abito di paillettes
VERSACE Top asimmetrico di ecopelle
JW ANDERSON Lungo abito di lana con scollo drappeggiato. Scarpe di pelle metallizzata, Prada

Qual è invece il tuo rapporto con la bellezza?
La bellezza è carattere, è particolarità, dettaglio. Ora rincorriamo spesso degli stereotipi, sempre più sessualizzati, con corpi sempre più vicini all’immagine che vorrebbe un uomo (non voglio però, dicendo questo, fare di tutta l’erba un fascio!). Credo che la bellezza dovrebbe essere più spontanea, dovremmo essere tante e diverse. Non sempre in cerca di approvazione ma con l’accettazione del difetto, della particolarità. Ora invece si ricorre alla chirurgia estetica... Al contrario penso che la moda stia cercando donne differenti, di carattere, che raccontino una storia.

Si parla tanto di inclusività...
Credo che chi è abituato alla vera bellezza, come il mondo del cinema e quello della moda, vede quanto sta succedendo e necessita di prendere una posizione. Per questo credo che non sia una parola abusata, semplicemente che, in alcuni ambienti, si senta il bisogno di dirlo a voce più alta.

Sembri avere un carattere molto forte. Quanto ti è servito l’aver dovuto lottare nella vita? A posteriori hai mai pensato che cose che in passato avevi valutato come negative poi ti siano servite?
Si, probabilmente se avessi avuto un altro tipo di storia, sarei stata meno attrezzata, ma questo non lo saprò mai. Tutto quello che ho vissuto lo voglio ricordare, voglio rimanere spontanea, vicina a quello che sono stata, ho paura di cambiarmi, di perdere lo sguardo della bambina che ero. Il mio vissuto è il bagaglio più importante che ho, lo difendo.

Nelle interviste spesso dici che stai lavorando tanto. Quanto serve la regola, l’impegno, lo studio nella tua professione?
(Ride) Anche se sono un po’ disordinata faccio sempre delle cose e mi impegno tanto; bisogna dedicare al proprio lavoro – per lavoro intendo anche fare introspezione – tanto tempo, anche se ognuno di noi lo fa in modo diverso. Il lavoro deve essere amato, e io amo il mio lavoro, amo le persone con cui lavoro, diventa quindi anche una questione di rispetto.

Questo numero è in edicola dopo Heroes, il concerto a sostegno dei lavoratori della musica a cui partecipi. Quanto è importante appoggiare la categoria in questo momento?
C’è una credenza strana sul mondo dello spettacolo, come se fossimo gente che lavora poco. Inoltre non ci sono solo gli artisti, che sono l’ultima parte, ci sono tante persone che lavorano 8, 10, 12 ore al giorno, che non sono meno importanti e che hanno famiglie da mantenere.

Come è andata l’estate?
Ci sono stati buoni risultati, ed è importante, però siamo tutti un po’ tesi e non riesco a gioirne troppo. Dobbiamo capire dove stiamo andando. Vorrei vedere la fine di tutto questo. Intanto, continuo a fare musica, è importante lavorare, mi dà la possibilità di sentirmi utile.

Nella tua carriera hai avuto importanti feat, con chi ti piacerebbe condividere progetti in futuro?
Le collaborazioni dipendono molto dal momento, devono esserci le giuste condizioni, continuerò a farne altre, credo anzi siano state molto importanti per me. E spero di lavorare di nuovo con alcune persone con cui ho già collaborato. Anche se per ora preferisco tenermi, e non fare nessun nome.

ALEXANDER McQUEEN Abito monospalla di seta, orecchini e collana tribale

Icon Elodie
Photographer Alberto Zanetti
Stylist Ramona Tabita
Hair Stylist and Make up Artist Ginevra Pierin
Stylist Assistant Giulia Cova
Photographer Assistant Chiara Quadri Antonio Ordan

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