Tra nuove aperture, menu rinnovati e materie prime di eccellenza, ecco sei locali meneghini da scoprire

C&rsquo;&egrave; chi ha aperto a primavera consolidando in pochi mesi la propria proposta enogastronomica, chi punta sul food pairing e i cocktail d&rsquo;autore e chi da anni ricerca le migliori materie prime provenienti da tutto il mondo. Stiamo parlando di sei locali milanesi che hanno attirato la nostra attenzione e vi consigliamo per un pranzo light, un aperitivo con vista oppure una cena all&rsquo;insegna della convivialit&agrave; e del <a href="https://www.lofficielitalia.com/food/i-migliori-cocktail-bar-di-milano" target="_blank">buon bere</a>:

Armani/Ristorante, via Manzoni&nbsp;31

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Da Maggio, nel quadrilatero della moda milanese, c&rsquo;&egrave; un indirizzo in pi&ugrave; per una pausa pranzo all&rsquo;insegna delle contaminazioni gastronomiche. L&rsquo;Armani/Ristorante, guidato dallo Chef Francesco Mascheroni, apre le sue porte anche dalle 12:30 alle 14:30, proponendo una carta che punta tutto sulla leggerezza. Scegliendo tra le portate del menu o la degustazione di 5 piatti a mano libera, si potr&agrave; fare un vero e proprio viaggio intorno al mondo, grazie a ricette ispirate ai luoghi degli Armani/Ristorante da Dubai, a Tokyo fino a New York. Il pasto inizia infatti con quattro diverse declinazioni di amuse bouche, partendo dal Medio Oriente con dei falafel ai ceci fino ad arrivare in Giappone con un&rsquo;alga wakame servita con maionese all&rsquo;ostrica e salicornia. Le portate sono invece identificate con i nomi dell&rsquo;ingrediente principale del piatto, seguendo l&rsquo;approccio minimale ed elegante che contraddistingue il mondo di Armani. Degno di nota &ldquo;Tonno&rdquo;&nbsp;, ovvero un riso sushi con uova strapazzate, tartare di ventresca, pera nashi, semi di sesamo e di coriandolo -da arrotolare all&rsquo;interno di un alga nori tostata alla griglia e degustare utilizzando le mani. La croccantezza del &ldquo;Gamberone&rdquo; servito in tempura con maionese al wasabi, accentuata dal riso verde tailandese soffiato, viene invece accompagnata da un&rsquo;insalata tropicale di verdura, frutta e zenzero, smorzando le note piccanti con un gel al mango. Ma il vero piatto forte &egrave; lo &ldquo;Spaghetto&rdquo; di Gragnano Gentile cotto in brodo di dashi con ricci di mare, uova di trota oro e alga wakame essiccata. Completato con un brodo di dashi e olio al curry, sprigiona al palato un sentore affumicato ed &egrave; perfetto se abbinato a un bicchiere di Sauvignon Blanc Cloudy Bay, come consigliato dal Beverage Manager Andrea Rella.

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SINE &mdash; Ristorante Gastrocratico, viale Umbria&nbsp;126

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Si lavora per sottrazione da Sine e, del resto, &egrave; il nome stesso ad anticiparne la filosofia (dal latino &ldquo;senza&rdquo;). Qui Roberto Di Pinto, chef campano ex Bulgari e allievo di Gennaro Esposito, elimina il superfluo da ogni piatto e propone una cucina d&rsquo;autore Gastrocratica. In un momento in cui la ristorazione &egrave; sempre pi&ugrave; improntata verso un taglio &ldquo;gourmet&rdquo;, &egrave; necessario dare la possibilit&agrave; ai pi&ugrave; giovani di avvicinarsi a prodotti e piatti di qualit&agrave; con un linguaggio accessibile, che richiami la tradizione della cucina italiana, proiettandola al contempo nel futuro. La conoscenza degli ingredienti e la contaminazione diventano cos&igrave; i cardini del menu di Sine, dove la sperimentazione ha il suo peso: si inizia infatti &ldquo;bevendo&rdquo; un&rsquo;Ostrica Kys, servita con Pisco Sour frozen e una salsa al guacamole. Interessante il risotto mantecato al latte di mandorla servito sotto forma di dripping insieme a caviale oscietra, moka di verdure tostate e buccia di lime. Tra i secondi spiccano i Maruzzielli (lumachine di mare) che accompagnano un filetto di triglia leggermente scottato in padella e adagiato su ceci umbri sbollentati e un&rsquo;estrazione di carota dalla nota acida, oppure il diaframma cotto a bassa temperatura e completato da un raviolo di wasabi napoletano e guanciale. La carta dei vini, infine, abbina bottiglie note a etichette di nicchia, ricercate dalla Sommelier e Direttrice di sala Laura Braggion.

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IT Milano, via Fiori Chiari&nbsp;32

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Da Ibiza a Londra, il format dell&rsquo;imprenditore Alessio Matrone &egrave; arrivato anche a Milano e pi&ugrave; precisamente nel quartiere di Brera. Inaugurato durante la Design Week, It si &egrave; da subito contraddistinto per l&rsquo;eleganza e la cura del progetto di interni, la qualit&agrave; della drink list di Marco Tavernese e la proposta gastronomica firmata dallo chef stellato Gennaro Esposito. La musica &egrave; il terzo elemento che completa l&rsquo;atmosfera contemporanea e internazionale grazie a serate tematiche con DJ set live. Lo stile retr&ograve; che richiama il design degli anni &rsquo;60, le poltroncine dai colori pastello e le morbide curve, creano un&rsquo;atmosfera accogliente e rilassata, impreziosita da dettagli sofisticati come le bordature metalliche. All&rsquo;interno dell&rsquo;ex Palazzo Gondrand, icona dello stile liberty milanese, si susseguono differenti atmosfere e altrettante experience. Il bistro accoglie gli ospiti a pranzo e in orario aperitivo con un grande bancone bar dalla forma ovale, dove ordinare cocktail ispirati al tema del viaggio in abbinamento alla pizza sottile e leggera di Esposito. Il ristorante con cucina a vista si trova in un&rsquo;ampia sala interna e propone piatti della tradizione italiana con un particolare focus sul pesce, mentre al piano inferiore una zona lounge &egrave; dedicata a cene ed eventi privati e si affaccia su una parete verde esterna scenografica.

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La griglia di Varrone, via Tocqueville 7

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Tagli di carne pregiati, cura del design e massima attenzione al servizio. Queste le caratteristiche de La Griglia di Varrone di Massimo Minutelli, locale lucchese presente da cinque anni anche nel cuore della movida milanese, a due passi da Corso Como. Appena entrati &egrave; la griglia a vista la vera protagonista: realizzata su misura da un artigiano del ferro si affaccia sulla sala e viene alimentata esclusivamente con legno di quercia. Ed &egrave; proprio qui che i &ldquo;maestri del Fuoco&rdquo; lavorano i migliori tagli di carne provenienti da tutto il mondo come il maiale iberico di Joselito, il manzo Kobe e la galiziana Rubia Gallega, dalla sapidit&agrave; unica. Per poter degustare pi&ugrave; specialit&agrave;, il consiglio del Direttore di sala Toni Melillo &egrave; quello di scegliere il percorso degustazione, iniziando con alcune sfiziosit&agrave; come il panino al pastrami, qui realizzato con punta di petto di manzo australiano, senape al miele e un pane spagnolo croccante detto &ldquo;cristallo&rdquo;, i taco ripieni di Black Angus e guacamole, oppure il sushi di carne con Pluma Iberica in tempura e spuma di foie gras. Da provare assolutamente anche i pur&egrave; affumicati, tra cui spiccano quello al tartufo e al gorgonzola di Guffanti.

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Clotilde Brera, Piazza San Marco&nbsp;6

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Grazie alla terrazza con vista sulla Basilica di San Marco, Clotilde Brera &egrave; il luogo ideale per degustare i piatti della tradizione milanese e abbinarli a cocktail d&rsquo;autore. Aperto a primavera, il locale della famiglia Mazzaferro &egrave; gi&agrave; un must della bistronomia del centro citt&agrave;. Atmosfera retr&ograve; e dettagli in velluto sono al centro del progetto di interior design della sala, dove il bancone centrale domina tutto l&rsquo;ambiente e serve speciali gastro-cocktail ideati dal mixologist Filippo Sisti. In cucina lo chef Domenico Della Salandra punta tutto sulle materie prime di qualit&agrave;, rispettando la tradizione ma aggiungendo allo stesso modo il suo twist creativo, supportato da una profonda conoscenza tecnica. Il menu &egrave; destrutturato e cambia ogni due mesi, adattandosi alle disponibilit&agrave; stagionali e dando risalto alle proposte vegetali come Melone, cetrioli, soia e chips di tapioca realizzato per osmosi. Risotto alla milanese, cotoletta di vitello e trippa, convivono con abbinamenti pi&ugrave; azzardati come i Gamberi di Mazara con cialda di zafferano, sfoglie di ravanello e gelificazione di Campari. Per gli amanti del pairing &egrave; possibile scegliere un percorso degustazione che abbina due portate e un dolce a tre cocktail come il Sour di Ren&eacute;, l&rsquo;Ameri-calmo e il Noblesse Oblige a base di Mezcal.

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&Ccedil;a Va Sans Dire, via Giulio Romano&nbsp;1

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&quot;Gourmet easy-eating&quot; &egrave; il titolo con cui Sabina e Claudio, i due soci di &Ccedil;a Va Sans Dire, descrivono l&rsquo;offerta gastronomica del loro bistrot in zona Porta Romana. La sala tranquilla divisa tra piano strada e soppalco (e presto anche un dehors esterno), sono dominati dall&rsquo;azzurro Tiffany delle boiserie in legno e dalle texture vivaci dei piatti che impreziosiscono la mise en place e decorano la parete di fronte alla scala. Qui la tovaglia non esiste, per lasciare a vista il top del tavolo in tinta con le sedute, mentre taglieri e piatti condivisi favoriscono l&rsquo;atmosfera conviviale. C&rsquo;&egrave; un po&rsquo; di Toscana all&rsquo;interno del menu grazie a bruschette, crostini ai fegatini, formaggi della Val D&rsquo;Orcia e la famosa Salsiccia di Altopascio, ma sono le tartare il vero punto forte, disponibili in numerose varianti. C&rsquo;&egrave; quella ispirata alla Carbonara con tuorlo d&rsquo;uovo e scaglie di pecorino romano, la Tart-Tartufo con crema e scaglie di tartufo nero e l&rsquo;esotica Cancun con guacamole, peperoncino e lime. Chicca anche il pane &ldquo;alla francese&rdquo; di &Eacute;galit&eacute; sempre croccante e perfetto per accompagnare le portate a base di carne e salumi.

Mangiare a Milano, 6 locali da provare

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