Una collezione che reinterpreta i pezzi iconici del guardaroba British 

&Egrave; forse il nostro passato la chiave per comprendere il futuro? Cos&igrave; sembra pensarla Paul Smith che per la collezione uomo Autunno Inverno 2021-2022, reinterpreta i pezzi iconici del suo guardaroba British in chiave moderna e contemporanea. Una presentazione e al contempo una celebrazione di tutto quello che &egrave; stato, Paul Smith crea un best off dei propri momenti iconici tracciando con la propria sfilata una timeline del proprio percorso. Le pietre miliari ci sono tutte: il tartan degli anni &rsquo;70, tanto apprezzato da Terry Hall e The Specials, cappotti in lana oversize e montoni elaborati che richiamano i gloriosi anni &rsquo;80 e le novit&agrave; che hanno portato all&#39;interno del fashion system, le maglie in mohair che, abbinate a vistose righe (il punto di forza e tratto distintivo del brand), sono diventate il simbolo di un&#39;intera generazione. La chiave per il ritorno dei grandi classici &egrave; dargli quel pizzico di novit&agrave; necessaria ad entusiasmare le nuove generazioni, senza andare a perdere l&#39;heritage del brand e la sua filosofia. Anche la palette di colori ripercorre la lunga strada di ricordi e riporta in passerella le ormai storiche stampe floreali che Paul Smith ha coraggiosamente usato per la moda uomo. Motivi floreali 3D, un contemporaneo paisley o una stampa hawaiana si distinguono su maglierie intrecciate o capi di pelle. Ricchi verdi invernali, viola e marroni arricchiti da punte di lime, arancio e rosa donano il tocco finale ad una collezione che risuona di nuovo inizio, fresca del reset dell&#39;anno precedente.

L&#39;intera linea &egrave; presentata attraverso un breve filmato firmato George Harvey accompagnato da una soundtrack azzeccatissima: con il passare dei look anche le canzoni si alternano in una successione di hit revival che riportano lo spettatore indietro nel tempo cullandolo nel ricordo degli anni passati e allo stesso tempo aprendogli la strada per un futuro migliore.

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Il revival British di Paul Smith

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