Gli eco-warriors di Marine Serre
Già dalla location dello show, all’interno di un paesaggio lacustre, s’intuisce la voglia di Marine Serre di portare l’attenzione sulla crisi climatica in cui ci troviamo. In uno scenario post-apocalittico i sopravvissuti al riscaldamento globale, escono allo scoperto e il loro stile mixa quello degli sciamani dell’antichità con dettagli futuristici, da sempre trademark di Serre. Per la prima volta il colore principale è il nero: nero per abito satin dai tagli irregolari e dalla costruzione sculturale, nero vernice per i tessuti riciclati degli impermeabili, crop top e leather pants in puro stile Matrix e in puro stile da ribellione. Il classico scuba dress- djellaba si tinge di rosso, in un ensemble di foulard e lycra tecnica, conchiglie marine, legno e metallo riutilizzato per i maxi orecchini a pendente, l’accessorio più significativo di tutta la collezione, insieme ai mini-zainetti da spalla, sempre con catene pendenti e perle. ha un che di spirituale. La tribù esce allo scoperto dopo essersi rinchiusa nelle caverne, con un guardaroba realizzato con materiali di recupero, gli asciugamani per i completi formali (sia per lui che per lei), le lenzuola dei letti, i merletti delle tovaglie che diventano abiti per lei e top per lui. E ancora i vecchi scialli, le tende, le camicie da notte si trasfigurano in lunghi abiti bianchi multi-strato e see-through. Dal dark si passa al bianco per un messaggio di speranza, re e regine di questo mondo sotterraneo sfoggiano qua è là la tipica stampa a mezzaluna. Natura e acqua sono i beni più preziosi da salvaguardare, per non trovarsi in uno scenario bio-hazard e pericoloso a cui Marine ci mette davanti. Una riflessione socio-culturale che rappresenta lo stile coscienzioso del futuro, dove upcycling e sostenibilità sono una necessità sempre più forte per il futuro della moda, ma soprattutto per il futuro del pianeta.