L’emozione mattutina di Magliano
Location délabré per una moda imprecisa per scelta, che nella dolce luce del mattino celebra l’idea di menswear di Luca Magliano, tra sogno e malinconia.
La sfilata di Magliano per la primavera estate 2023 ricorda quelle del John Galliano dei tempi d’oro, quando il designer, allora alla guida della sua linea, trascinava la gente della moda negli angoli più remoti di Parigi per stupirla con i suoi show imprevedibili. In linea con la tendenza cool di questa Milano Fashion Week che snobba le location più centrali per venue periferiche, meglio se senza aria condizionata, Luca Magliano sceglie un edificio abbandonato a ridosso della ricicleria di via Corelli e subito impone una decisione: esserci, pur smoccolando per la fashion transumanza, oppure mantenersi nel perimetro della comfort zone della circonvallazione interna?
Ai fashionisti di buona volontà giunti fino a lì, il brand però regala uno show all’insegna della lentezza, del contatto tra gli occhi di chi sfila e quelli di chi guarda, di una luce morbidissima che tutto ammanta di dolcezza filtrando dai finestroni sbilenchi. Ma soprattutto un’idea di moda imprecisa per scelta, non catalogabile in un trend predefinito, romantica nell’intento di raccontare fisicità autentiche calate in abiti segnati dalla vita e proprio per questo belli.
Mentre il benzinaio di fronte all’ingresso della sfilata osserva perplesso la varia umanità modaiola, i margini di una Milano sempre più a misura solo di super ricchi si prendono una rivincita, perché lì si celebra una moda malinconica, arruffata, sognante. Una piccola emozione mattutina che resta impigliata al cuore.
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