Tadao Ando presenta “ENDEAVORS”, la sua personale al National Art Center di Tokyo.

Tadao Ando, ovvero &lsquo;il Renzo Piano del Giappone&rsquo;, &egrave; stato protagonista di una personale a lui dedicata fino al 18 dicembre 2017 in uno dei poli dedicati all&rsquo;arte pi&ugrave; rilevanti a Tokyo con una mostra dal titolo molto significativo: &ldquo;ENDEAVORS&rdquo;. In italiano potremmo tradurre questa parola con &ldquo;sforzi&rdquo;, della serie &lsquo;per diventare famosi bisogna sudare e darsi da fare!&rsquo; Tadao Ando, inizialmente appassionato di box, ha poi deciso di studiare architettura da auto-didatta. La sua strada verso il successo &egrave; stata resa evidente grazie al percorso labirintico della mostra, che ci ha portato dalle prime realizzazioni dell&rsquo;architetto fino ai progetti di grosso rilievo come le varie chiese con i meravigliosi effetti di luce. Prima di addentrarci nella descrizione di ci&ograve; che abbiamo visto dobbiamo ammettere che noi di Wakapedia &ndash; abituate ormai ad ogni sorta di rappresentazione artistica &ndash; abbiamo fatto i conti per la prima volta con realizzazioni

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totalmente architettoniche! Ad ogni modo, con l&rsquo;aiuto della singolare audio-guida - realizzata dallo stesso artista con il suo caratteristico accento di Osaka, talmente spontanea e personalizzata che ci &egrave; sembrato di venir accompagnate in mostra dallo stesso Tadao Ando!&nbsp;Andiamo quindi a ripercorrere la mostra passo a passo e scopriamo assieme cosa l&rsquo;architetto nipponico ha voluto trasmetterci con questa personale!Ad accoglierci in mostra c&rsquo;era una ricostruzione reale del suo studio: libri libri

13：大淀のアトリエⅡ （大阪市） 模型.jpg

e libri, carta e righelli&hellip; davvero interessante! Un architetto &lsquo;old style&rsquo; dunque, che per&ograve; ha sempre avuto delle intuizioni futuristiche che lo hanno portato a distinguersi dai suoi colleghi. Tali visioni &lsquo;contemporanee&rsquo; erano evidenti fin dai primi progetti di case, nella sezione &lsquo;origins/houses&rsquo;, dove era visibile come la costruzione rispetti sempre il suolo naturale in cui si trova, anche se costruite su una colline o in pendenza, le case iper-moderne di Ando si adattano sempre all&rsquo;ambiente in cui vengono inserite. Come lui stesso afferma, infatti: &ldquo;Il vero protagonista delle mie realizzazioni non &egrave; l&rsquo;edificio, bens&igrave; l&rsquo;ambiente che vi &egrave; attorno&rdquo;

Si proseguiva poi con &lsquo;light&rsquo;, la luce, motivo predominante nell&rsquo;opera dell&rsquo;architetto. Ci siamo chieste pi&ugrave; volte perch&eacute; l&rsquo;artista giapponese, e dunque presumiamo non Cristiano, si sia spesso cimentato nella realizzazione di chiese. La risposta ce l&rsquo;ha data lui stesso: per Ando la chiesa in quanto edificio &egrave; un mezzo dove la luce pu&ograve; essere presa a metafora stessa del divino e quindi adatta a stupire i visitatori. Grazie alla riproduzione in scala nel giardino esterno del museo, abbiamo sperimentato tale stupore mediante la luce che filtrava attraverso la costruzione! Eh gi&agrave;, stupire.

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Perch&eacute; questo &egrave; proprio l&rsquo;obiettivo finale dell&rsquo;artista: fare in modo che le proprie realizzazioni rimangano impresse nella mente dello spettatore.La mostra continuava poi con la sessione &lsquo;spazi vuoti&rsquo;. Anche in questo caso l&rsquo;anima dell&rsquo;architetto giapponese emerge in modo molto sottile ma chiaro: per gli appassionati di Buddhismo, infatti, &egrave; facile ricollegare il concetto di &ldquo;vuoto&rdquo; a questa dottrina orientale. Tadao Ando, con la sua opera concettuale atta a lasciare molti spazi vuoti (&ldquo;da riempire con il pensiero&rdquo;, direbbe un buddhista, ma non spingiamoci troppo oltre), rende in forma concreta e tangibile la concezione di quello che in giapponese viene detto &ldquo;mu&rdquo;, ovvero la vacuit&agrave;.Eh eh, con queste chicche filosofiche siamo saliti di livello&hellip;ci state seguendo? Dai adesso concludiamo: dopo la sessione &ldquo;leggere gli spazi&rdquo;, dove era presente un&rsquo;installazione relativa alle strutture costruite nella famosa isola di Naoshima, l&rsquo;ultima stanza era dedicata ai progetti di Tadao Ando in totale armonia con la natura. L&rsquo;accento era posto sull&rsquo;intervento &ldquo;eco-sostenibile&rdquo; delle sue realizzazioni architettoniche.

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Esempio eclatante, e che ha reso molto fieri noi italiani, &egrave; stato il suo progetto &ldquo;La Punta della Dogana&rdquo; a Venezia, del quale abbiamo potuto ammirare una dettagliata panoramica video-fotografica alla mostra.Vi lasciamo citando le parole stesse dell&rsquo;architetto nipponico sul tema della natura:&ldquo;In quanto creatori di edifici, possiamo fare molto per risolvere il conflitto intervento dell&rsquo;uomo vs. ambiente naturale. Alla fine, tutto si riduce alla sensibilit&agrave; e consapevolezza di ogni persona. Immagiamo, ad esempio, se ciascuno di noi prendesse come propri i problemi dell&rsquo;ambiente che ci circonda e cercasse di prendere provvedimenti come pu&ograve;: non ci potrebbe essere sforzo pi&ugrave; grande e ricco di creativit&agrave;! Credo che questa visione delle persone di andare oltre preconcetti e strutture esistenti sia la chiave per il nostro futuro.&rdquo; &nbsp;

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Article: Sara Waka &amp; Elisa Da Rin Puppel @ <a href="http://www.wakapedia.it/">WAKAPEDIA</a>

Photo: Nobuyoshi Araki, Mitsuo Matsuoka, Yoshio Shiratori

Tadao Ando in mostra al National Art Center di Tokyo

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