Le storie di 10 creativi stranieri che hanno scelto Milano come nuova casa. Un viaggio simbolico tra oggetti del ricordo e citazioni per non dimenticare che noi tutti siamo lo straniero


&ldquo;Independently Together&rdquo; &egrave; il progetto espositivo curato da Micaela Flenda, founder della piattaforma curatoriale TIMNBY e Pelin Sozeri co-founder dell&rsquo;agenzia creativa e di produzione The Candybox. Una mostra aperta fino ad oggi allo spazio Quattrocento di via Tortona 31, Milano. Un progetto che parla di migrazione, che parla di tutti noi. E che avr&agrave; un seguito nel 2019.

Un viaggio attraverso le storie di dieci creativi stranieri che hanno scelto Milano come loro citt&agrave; d&rsquo;adozione. Eugenio Boer, chef stellato, nato in Olanda; i fondatori di cc-tapis, Nelcya Chamszadeh, nata in Francia e di origini iraniane e marocchine e Fabrizio Cantoni, italo-inglese; il designer e direttore creativo austriaco Arthur Arbesser; Ginette Caron, la design director canadese dell&rsquo;omonimo studio di communication design, dove da 10 anni collabora Masami Moriyama, giapponese e grafica specializzata in advertising; Tanya Jones, fashion editor e styling consultant, israeliana; Nazli Yirtar, turca e content creator per Spotify Italia; l&rsquo;artista iraniano Mahmoud Saleh Mohammadi e il gallerista venezuelano Federico Luger. Si parte dalla considerazione che lo straniero sia prima di tutto portatore di possibilit&agrave; positive: le diversit&agrave; in base all&rsquo;origine, o meglio le peculiarit&agrave; di ciascun protagonista, si uniscono per mescolarsi in una comunit&agrave; contemporanea, cosmopolita e inclusiva. Il tema dell&rsquo;emigrazione e del viaggio, come fonte di avventura e ottimismo, invita a porsi delle domande sulla &ldquo;doppia appartenenza&rdquo; dell&rsquo;emigrato, sulla difficile questione dell&rsquo;identit&agrave;, sull&rsquo;abbandono della lingua d&rsquo;origine, sulla controversa condizione dello straniero in terra straniera. In questa edizione ho contribuito personalmente con un saggio che &egrave; diventato nella prima fase dell&rsquo;organizzazione un biglietto da visita per esporre il progetto a tutti i creativi coinvolti; che hanno accettato di prendervi parte, ritrovandosi nelle parole del testo. La mostra &egrave; accompagnata dall&rsquo;installazione del collettivo di architetti Fosbury Architetture (con sede a Milano e Rotterdam) &egrave; un vero e proprio percorso alla scoperta di ciascun protagonista. Un allestimento costruito a gradini: la data di arrivo in Italia, indirizza il visitatore a scoprire il ritratto in istantanea scattato con la Lomo&rsquo; Instant Square, appoggiato su un plinto di polistirolo, (materiale povero per scelta, ma dalle sembianze di un piedistallo di cemento), segue una citazione in lingua originale, l&rsquo;oggetto, simbolo del viaggio e infine le fotografie di Giulia Pittioni che rappresentano l&rsquo;oggetto stesso. La mostra &egrave; stata inaugurata il 15 novembre con una cena curata dallo chef Boer (tra i protagonisti di &ldquo;Independently Together&rdquo;) , che &egrave; riuscito a portare l&rsquo;Alta Cucina all&rsquo;interno di uno spazio espositivo grazie alle tecnologie d&rsquo;avanguardia di Siemens.&nbsp;

&ldquo;Independently Together&rdquo; ha preso vita grazie al prezioso supporto del Castello d&rsquo;Ugento, in Puglia, con cui condivide la volont&agrave; di supportare la creativit&agrave; e lo scambio tra culture ed epoche diverse. Il castello, ogni anno, infatti, ospita gli studenti del quarto anno del CIA (Culinary Institute of America) provenienti da tutto il mondo, dandogli l&rsquo;opportunit&agrave; di conoscere da vicino la cucina tradizionale pugliese attraverso l&#39;expertise della chef Odette Fada.

“Independently Together” . A Milano si parla di migrazione

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