I corridoi, le stanze e i neon di Bruce Nauman in mostra da Pirelli HangarBicocca
Dal 15 settembre 2022 al 26 febbraio 2023, la mostra “Neons Corridors Rooms” all'HangarBicocca, ripercorre la carriera di Bruce Nauman con 30 opere in cui il lessico della performance art incontra lo spazio, le installazioni luminose e la scultura coinvolgendo gli spettatori in prima persona.
“Neons Corridors Rooms” è un mostra nata da una curatela corale che ha coinvolto ben 7 curatori: Roberta Tenconi e Vicente Todolí con Andrea Lissoni, Nicholas Serota, Leontine Coelewij, Martijn van Nieuwenhuyzen e Katy Wan che hanno raccolto in un percorso espositivo ben 30 opere realizzate dopo la metà degli anni '60 che pongono l'accento sulla sua ricerca espressiva dell'artista americano. Organizzata da Pirelli HangarBicocca, in collaborazione con Tate Modern, Londra, e Stedelijk Museum Amsterdam, offre una panoramica sulla ricerca spaziale dell’artista e le sue sperimentazioni con l’architettura, l’uso della luce, del suono, del linguaggio e del video. Negli anni dell'arte concettuale e l'analisi sul linguaggio di Joseph Kosuth, le performance di Vito Acconci e i neon Dan Flavin, Bruce Nauman cerca la sua dimensione e cifra stilistica tentando di testare l'esperienza degli spettatori e i movimenti all'interno di uno spazio determinato.
«La mostra cerca di raccontare una ricerca spaziale di 50 anni che ripercorre la carriera e la capacità dell’artista di utilizzare formati differenti come le stanze, i neon e i corridoi. Lo stesso corridoio non è nato come dispositivo fine a se stesso, ma per interagire con il corpo dell'artista» spiega il curatore Vicente Todolì. L’origine del primo corridoio di Bruce Nauman coincide con un periodo in cui l’artista in studio non possedeva grandi budget per le sue opere e comincia a sperimentare con la dimensione spaziale e questo display. «A un certo punto il corpo dell’artista è diventato il protagonista delle opere e compie azioni semplici, basilari e performative come camminare, ascoltare, interagire, guardare o semplicemente riflettere sul significato. L'obiettivo di Nauman è cristallizzare l’idea della performance come se fosse una scultura. Ma c’è uno scatto interessante quando non è più Bruce Nauman il protagonista, ma diventa l’osservatore stesso che viene coinvolto nell’opera» racconta in conferenza stampa la curatrice Roberta Tenconi che pone l'attenzione sulla presenza del corpo umano dello spettatore come uno degli elementi fondamentali e integranti per la mostra di Bruce Nauman.
Le opere di Bruce Nauman obbligano gli spettatori ad un percorso fisico ed emotivo basato sull'esperienza e la consapevolezza dei propri limiti e del proprio corpo. In "Neon Corridors Rooms" non esiste un vero e proprio percorso espositivo cronologico, piuttosto una successione di opere costruite sugli elementi e i dispositivi che hanno scandito le fasi della sua pratica artistica. Le installazioni esposte negli spazi della Piazza, delle Navate e del Cubo di Pirelli HangarBicocca, invitano a percorrere corridoi claustrofobici, stanze in cui il corpo viene messo in relazione con l'opera e neon luminosi che definiscono esercizi riflessivi. Non mancano i fattori percettivi: televisori e videocamere a circuito chiuso che registrano i soggetti in live streaming in "Corridor Installation (Nick Wilder Installation)", ventilatori che creano sensazioni tattili invisibili in "Wall with Two Fans", o essere bagnato visivamente dalla luce verde in "Green Light Corridor" o di luce gialla nella stanza "Left or Standing, Standing or Left". Oltre ai corridoi e le stanze, c'è la sedia, un altro elemento spaziale utilizzato tantissimo nelle performance di Nauman, e le installazioni con neon luminosi come nel caso di "One Hundred Live and Die", un tentativo impossibile dell'artista di sintetizzare l'esistenza umana attraverso il linguaggio e la rappresentazione.
Nella mostra "Neons Corridors Rooms" si provano sentimenti di scomodità ma anche di inquietudine. Puoi essere spaventato per la costrizione fisica o essere aggredito dal suono delle tracce musicali dell'opera “Raw Materials” del 2004, un corridoio allestito nello spazio esterno di HangarBicocca delimitato da tracce audio prelevate da 21 lavori con tanto di cacofonie, riproduzioni musicali in loop e registrazioni che riportano alle sue opere più famose. E infine nello spazio del Cubo si trova un’opera che traccia lo studio di Nauman. "Mapping the Studio II with color shift, flip, flop, & flip/flop (Fat Chance John Cage), 2001" una registrazione notturna con telecamera di servizio in cui non succede apparentemente nulla ma se si presta attenzione si intravedono piccoli movimenti, suoni ambientali e perfino i topi che scorrazzano nello studio.
Abitando e testando le opere di Nauman si vive la percezione di essere una sua cavia da studio, un'operazione in cui l’artista ci costringe a trovare la giusta consapevolezza di noi stessi. Una mostra riflessiva, che percorre la carriera dell’artista che ha costruito delle solide basi dell’arte contemporanea. E per comprenderla fino in fondo, come dice lo stesso Bruce Nauman: “Please pay attention”.